Ecco i codici tributo per compensare i crediti d’imposta Transizione 4.0 (beni materiali e immateriali e ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative), istituiti con risoluzione n. 3/E del 13 gennaio 2021 e n. 13/E del 1° marzo 2021:
“6936”, denominato “Credito d’imposta investimenti in beni strumentali nuovi di cui all’allegato ‘A’ alla legge n. 232/2016 – art. 1, commi 1056, 1057 e 1057-bis, legge n. 178/2020”;
“6937”, denominato “Credito d’imposta investimenti in beni strumentali nuovi di cui all’ allegato ‘B’ alla legge n. 232/2016 – art. 1, comma 1058, legge n. 178/2020”;
“6938” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative – art. 1, c. 198 e ss., legge n. 160 del 2019”;
“6939” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo – Misura incrementale per gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno – art. 244, c. 1, DL n. 34 del 2020”;
“6940” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo – Misura incrementale per gli investimenti nelle regioni del sisma centro Italia – art. 244, c. 1, DL n. 34 del 2020”.
Riaperta la possibilità di compensare i crediti Transizione 4.0
Compensare i crediti 4.0 era diventato impossibile? Non più! Lunedì 29 aprile segna una data significativa per le imprese italiane, che potranno tornare a beneficiare dei crediti d’imposta previsti dal piano Transizione 4.0. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha reso noto che è stato emanato un decreto che permetterà alle aziende di riprendere la compensazione dei crediti d’imposta, un’iniziativa che rafforza l’ecosistema imprenditoriale nel contesto della trasformazione digitale.
Inoltre, è importante ricordare che la compensazione dei crediti era stata temporaneamente sospesa a seguito della risoluzione n. 68/E del 12 aprile 2024 dell’Agenzia delle Entrate, in attesa che fossero resi disponibili i nuovi modelli di comunicazione. Il decreto direttoriale ora specifica il contenuto e le modalità di invio di questi modelli, che comprendono due formati differenti: uno per gli investimenti in beni strumentali nuovi, essenziali per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese (Transizione 4.0), e l’altro per i crediti relativi agli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.
Modelli di comunicazione per compensare i crediti Transizione 4.0
Dalle ore 12 di lunedì 29 aprile 2024, è possibile compilare i modelli di comunicazione per compensare i crediti d’imposta per gli investimenti del piano Transizione 4.0, ai sensi dell’art. 6 del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39 e come da decreto direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 24 aprile scorso.
Dalle ore 10 del 18 maggio 2024, tali moduli vanno compilati tramite registrandosi al GSE (nel prossimo paragrafo trovare la guida su come fare) e accedendo all’area clienti.
Qui dovete cliccare su applicazione “Transizione 4.0 – Accedi ai questionari“
Quindi selezionare la tipologia di investimento. Infatti, il MIMIT ha approvato due diversi modelli di comunicazione dei dati e altre informazioni da fornire.
I crediti di imposta a cui questi si applicano sono:
Gli investimenti in beni strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese;
Gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.
Una volta registrati al GSE va determinato quali comunicazioni inviare poiché sono previste una o più comunicazioni. Infatti, in alcuni casi sarà obbligatorio mandare solo una comunicazione consuntiva alla fine dell’investimento, mentre in altri andrà “prenotato” il credito con una comunicazione preventiva (ovvero prima di realizzare l’investimento) e poi una consuntiva una volta terminato.
La distinzione si fa sulla basa della data dell’investimento:
sia preventiva che consuntiva, per tutti i tipi di investimento che si intende effettuare a partire dal 30 marzo 2024
solo consuntiva
per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal 1° gennaio 2023 al 29 marzo 2024
per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica effettuati dal 1° gennaio 2024 al 29 marzo 2024
Ecco alcuni punti da tenere a mente quando si compila la comunicazione:
– All’interno dei campi da compilare, deve necessariamente essere inserito un punto e non una virgola per i numeri decimali;
– la data iniziale deve coincidere con la data del primo impegno giuridicamente vincolante che rende gli investimenti irreversibili;
– la data finale deve coincidere con la data (presunta in caso di comunicazione preventiva) di completamento degli investimenti;
– come anno di riferimento va indicato l’anno di completamento dell’investimento agevolato riportato nella comunicazione (non più l’anno di interconnessione) [Risoluzione 25/E/2024 dell’Ade];
Nel caso in cui i crediti utilizzati in compensazione non trovino riscontro nei dati delle comunicazioni trasmessi dal Ministero delle imprese e del made in Italy all’Agenzia delle Entrate, i relativi modelli F24 saranno scartati”. [Risoluzione 25/E/2024 dell’Ade]
Ricordiamo in particolare che:
Suimoduli deve necessariamente essere apposta la firma elettronica qualificata da parte del Rappresentante Legale o di uno dei Rappresenti Legali, il cui certificato digitale deve essere in corso di validità e rilasciato da un prestatore di servizi fiduciari accreditato AgID (https://www.agid.gov.it/piattaforme/firma-elettronica-qualificata/certificati).
Il sistema per la compilazione dei moduli (SIAD) è ottimizzato per browser Chrome, Firefox e IE10 ma supporta, per l’apertura e la compilazione dei pdf, esclusivamente Adobe Reader 9.1 e superiori. Se richiesto, sarà necessario autorizzare l’esecuzione di Javascript.
Come compensare una volta fatta la comunicazione?
Completati questi passi, che si aggiungono al requisito dell’interconnessione, l’azienda può compensare in F24 i propri crediti utilizzando i codici corrispondenti, che per comodità vi riportiamo nell’articolo sottostante.
Cosa ricordare
La ripresa della compensazione dei crediti d’imposta nel quadro del piano Transizione 4.0 è una notizia positiva per il tessuto imprenditoriale italiano. La normativa ha avuto rapidi cambiamenti, ed è ancora in evoluzione. Si consiglia prudenza e l’avviso di un esperto, prima di formalizzare gli investimenti o le compensazioni. AG Consulting è al tuo fianco per accompagnarti. Non esitare a contattarci per maggiori informazioni.
Abbiamo parlato dell’orgine del Piano Transizione 5.0, vediamo ora come funziona e quali sono gli incentivi che propone.
Chi sono i beneficiari?
Tutte le imprese (o le stabili organizzazioni) che siano residenti nel territorio italiano indipendentemente:
dalla forma giuridica,
dal settore economico di appartenenza,
dalla dimensione
dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, .
Chi sono gli esclusi?
Le imprese in:
stato di liquidazione volontaria,
fallimento,
liquidazione coatta amministrativa,
concordato preventivo senza continuita’ aziendale, o
sottoposte ad altra procedura concorsuale prevista dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n.14, o da altre leggi speciali, o che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni.
Quali spese finanzia il Piano Transizione 5.0?
I progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici, ovvero resta valido il Piano Transizione 4.0, tuttavia se si ottiene una riduzione dei consumi energetici (che dettaglieremo più avanti nell’articolo), si accede al Piano Transizione 5.0.
Percio’, il Piano Transizione 5.0 nel dettaglio finanzia:
I beni strumentali materiali definiti nell’Allegato A del piano Transizione 4.0
I beni strumentali immateriali defini nell’Allegato B del piano Transizione 4.0 a cui si aggiungono
i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui al punto precedente (come ad esempio un ERP che preveda il monitoraggio dei consumi).
I sistemi di autoproduzione, autoconsumo e stoccaggio di energia, esclusi quelli che utilizzano biomasse come fonte energetica. Si tratta quindi sostanzialmente di impianti fotovoltaici, che devono essere prodotti nell’Unione Europea ed avere un’efficienza di almeno il 21,5%. L’impianto fotovoltaico deve far parte di un progetto che preveda l’acquisto di beni strumentali dei punti precedenti; per intenderci non si possono acquistare solo pannelli fotovoltaici.
Le spese di formazione del personale finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Tali formazioni devono necessariamente essere erogate da soggetti esterni, che saranno individuati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Cosa si intende per riduzione dei consumi energetici?
La riduzione dei consumi energetici, criterio fondamentale per passare dal Piano Transizione 4.0 al Piano Transizione 5.0 significa ottenere almeno una una delle seguenti condizioni :
una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale, cui si riferisce il progetto di innovazione non inferiore al 3 per cento o,
una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento.
Attenzione! Non si sa ancora come deve essere eseguito il calcolo, siamo in attesa di un decreto ad hoc.
Quali sono le aliquote del Piano Transizione 5.0?
Ci sono ben 9 aliquote! Vediamo i vari casi possibili.
Caso n°1: “Transizione 5.0 base”
La tabella riassume le aliquote per i beni strumentali, a seconda della riduzione del consumo energetico ottenuto per unità produttiva (UP) o per processi interessati (PI)
Entità dell’investimento
3% < UP < 6% 5% < PI < 10%
6% < UP < 10% 10% < PI < 15%
UP > 10% PI > 15%
Fino a 2.5M di euro
35%
40%
45%
Da 2,5 a 10M di euro
15%
20%
25%
Da 10M a 50 M di euro
5%
10%
15%
Caso n°2: “Transizione 4.0”
E se non ottengo la minima riduzione del consumo energetico prevista? Ebbene, si resta alle percentuali del Piano Transione 4.0 che finanzia solo i beni strumentali materiali e immateriali, niente formazione, né pannelli.
Vanno poi ricordati due casi speciali: gli impianti fotovoltaici e la formazione
Caso Speciale 1 : “Transizione 5.0 con maggiorazione per impianti fotovoltaici”
E’ prevista una maggiorazione della base di calcolo per alcuni tipi di impianti fotovoltaici, ovvero:
120% per i moduli fotovoltaici con celle, prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5 per cento
140% per i moduli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell’Unione europea con un’efficienza di cella almeno pari al 24,0 per cento.
La maggiorazione si applica sulla sola parte relativa agli impianti fotovoltaici e non anche ai beni strumentali e alla formazione.
Caso Speciale 2 : “Transizione 5.0 con attività di formazione
Le spese di formazione possono essere considerate nel limite del 10% dei soli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali (quindi non gli impianti fotovoltaici ad esempio), e comunque non oltre 300.000 euro.
Esempio di calcolo
Vediamo qualche esempio di calcolo per i casi speciali con un’impotesi di riduzione del consumo energetico ottenuto per unità produttiva (UP) pari all’8% (seconda colonna della tabella), 100.000 euro di beni strumentali (1° riga della tabella)
Caso Speciale 1 : “Transizione 5.0 con maggiorazione per impianti fotovoltaici”
Consideriamo una spesa di 100.000 euro per dei pannelli con efficienza di cella superiore al 23,5 che mi danno diritto ad una maggiorazione del 120%.
[100.000 + (100.000 x 1,2)] x 0,4 = (100.000 + 120.000) x 0,4 = 88.000 euro
Caso Speciale 2 : “Transizione 5.0 con attività di formazione
Consideriamo il caso di prima, ma aggiungiamo 60.000 di spese di formazione. Innanzitutto, avendo 100.000 euro di spese per beni materiali, posso solo considerare 10.000 euro di spese di formazione (ovvero il 10% di 100.000, e non di 200.000 perché non posso considerare l’impianto fotovoltaico).
[100.000 + 10.000 + (100.000 x 1,2)] x 0,4 = (110.000 + 120.000) x 0,4 = 92.000 euro
Come si fruisce degli incentivi del Piano Transizione 5.0?
Non cambiano le modalità, ovvero la compensazione in F24, tuttavia ci sono alcuni punti da tenere a mente.
Restano gli obblighi di dimostrare l’avvenuta interconnessione.
Il credito non puo’ essere ceduto o trasferito neanche all’interno del consolidato fiscale
L’avvio della fruizione non potrà superare la data del 31 Dicembre 2025.
Inoltre, Il Governo sta definendo ancora alcuni aspetti operativi per la fruizione dell’incentivo, come gli oneri documentali da produrre, chi puo’ produrre determinate certificazioni che saranno richieste, e le modalità di interazione dell’azienda con il Mimit e il GSE che sarà responsabile dei controlli sulla riduzione dei consumi energetici. Definiamo e aggiorniamo queste modalità in un articolo separato.
Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi?
Il credito d’imposta Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.
Non è invece cumulabile, in relazione ai medesimi costi ammissibili, con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica.
Cosa ricordare
La fruizione degli incentivi del Piano Transizione 5.0 è più complessa di quelli del Piano Transizione 4.0, inoltre la normativa non è ancora stabilizzata. Conviene quindi anticipare per tempo gli investimenti e rivolgersi ad un professionista per programmare il progetto di innovazione.
Siamo a tua disposizione, non esitare a contattarci!
Investimenti per il Futuro Sostenibile delle Imprese Italiane
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un passo fondamentale del governo italiano per sostenere la trasformazione delle industrie nazionali verso pratiche più innovative e sostenibili. Infatti, questo piano è la punta di diamante della strategia dell’Italia di stimolare la crescita economica attraverso la tecnologia e la sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Industria 5.0.
Obiettivi e Strategie del Piano Transizione 5.0
Il Piano “Transizione 5.0” è progettato per stimolare la digitalizzazione e la sostenibilità delle imprese, con un focus particolare sulle piccole e medie imprese (PMI). Gli obiettivi chiave includono:
Promozione dell’Efficienza Energetica: Incoraggiare le aziende a ridurre l’impronta carbonica attraverso tecnologie innovative.
Incentivazione dell’Uso delle Tecnologie Digitali: Facilitare l’adozione di soluzioni come l’intelligenza artificiale, la robotica e l’IoT per migliorare la competitività.
Supporto alle Iniziative Green: Sostenere progetti che promuovano l’uso di risorse rinnovabili e l’economia circolare.
Dettagli Legislativi del Piano Transizione 5.0
Il Piano “Transizione 5.0” è stato codificato nell’articolo 38 del Decreto-Legge 39 del 2 marzo 2024, una normativa composta da 21 commi che fa parte delle “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (decreto PNRR). Questo decreto è stato approvato dal Governo il 26 febbraio 2024 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024. Il decreto legge è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione ed è prevista la sua conversione in legge entro i sessanta giorni successivi. Tuttavia, siamo in attesa del decreto attuativo, che doveva essere emanato entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto. Per restare aggiornati sulle ultime novità, iscrivetevi alle notifiche del nostro sito.
Come funziona il Piano
Il governo italiano ha previsto una serie di incentivi finanziari per le imprese che decidono di investire in tecnologie e processi conformi agli obiettivi del Piano “Transizione 5.0”. Questi incentivi includono sgravi fiscali, sovvenzioni dirette e facilitazioni creditizie, progettati per rendere più accessibili le tecnologie avanzate anche per le piccole e medie imprese. Poiché ci sono diversi tipi di incentivo, abbiamo realizzato un articolo dettagliato “Piano Transizione 5.0: come funziona?” in cui trovate une spiegazione completa.
Cosa devi ricordare
Il Piano Transizione 5.0 introduce oltre agli incentivi relatvi alla digitalizzazione del piano transizione 4.0, incentivi legati alla sostenibilità. Siccome il Governo ha da poco approvato il Decreto sul Piano Transizione 5.0, mancano diversi decreti attuativi che spieghino nel dettaglio come usufruire degli incentivi. Per questo monitoriamo quotidianamente la situazione: seguiteci per restare aggiornati.
Come abbiamo visto nel nostro articolo sulla finanza agevolata, comprendere e sfruttare gli strumenti di finanza agevolata è essenziale. Questi strumenti si dividono in due grandi categorie: sovvenzioni e incentivi fiscali, ciascuna con specifiche caratteristiche e benefici. Vediamole insieme.
Sovvenzioni
Le sovvenzioni sono fondi erogati da enti pubblici o privati per supportare attività o progetti specifici che allineano con obiettivi di sviluppo dell’impresa o con obiettivi di politica pubblica o sociale. Questi fondi sono generalmente legati a progetti con un forte impatto sociale, economico o ambientale e richiedono che il beneficiario raggiunga determinati obiettivi o milestones per mantenere il finanziamento. Le sovvenzioni sono spesso competitive, con un processo di candidatura in cui il progetto deve essere selezionato in base a criteri prestabiliti. Vengono erogate a fondo perduto, ovvero sotto forma di una somma non rimborsabile, senza obbligo di restituzione o pagamento di interessi. Possono avere diversa natura, vediamo le differenti possibilità assieme:
Contributo in Conto Capitale
Rappresenta una delle forme più dirette di sostegno finanziario. Fornisce supporto finanziario diretto, ideale per l’espansione delle risorse patrimoniali dell’impresa. Questi fondi, calcolati su una percentuale delle spese ammissibili, possono essere erogati direttamente sul conto corrente aziendale o tramite voucher specifici.
Contributo in Conto Impianti
Sono erogazioni destinate a finanziare la costruzione, riattivazione o ampliamento di immobilizzazioni materiali. Tali contributi, forniti da enti pubblici, sono proporzionati ai costi degli impianti e possono imporre l’obbligo di mantenere le immobilizzazioni in uso per un periodo definito dalle normative che regolamentano l’erogazione.
Contributo in Conto Esercizio
Offre un sostegno diretto ai costi di gestione sostenuti per lo sviluppo di un progetto specifico o durante fasi critiche come la start-up. Finalizzato a integrare i ricavi o ridurre i costi operativi, viene trattato fiscalmente in maniera diversa dai contributi in conto capitale.
Contributo in Conto Interessi
Si focalizza sulla riduzione del costo degli interessi su finanziamenti, di solito a medio-lungo termine. Viene calcolato sulla differenza tra il tasso di interesse standard e quello agevolato, potendo essere distribuito in un’unica soluzione o in corrispondenza delle scadenze del finanziamento. L’azienda deve comunque soddisfare i criteri di valutazione creditizia e garantire la capacità di rimborso.
Contributo in Conto Canoni
Ha un meccanismo simile al contributo in conto canoni ma è volto a diminuire gli oneri derivanti da un contratto di leasing.
Incentivi Fiscali
Gli incentivi fiscali rappresentano una tipologia di contributo che permette alle imprese di diminuire le imposte da pagare. Ne esistono diverse categorie:
Credito d’Imposta
Rappresenta uno degli incentivi fiscali più diffusi. All’impresa viene attribuito un credito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, che, a seconda di ciò che è previsto dal la normativa, può essere utilizzato per compensare eventuali debiti nei confronti dell’erario, oppure per il pagamento delle imposte dovute negli anni successivi a quello in cui è stato effettuato l’investimento che ha generato il credito o, infine, può essere rimborsato nella dichiarazione dei redditi.
Detrazione d’Imposta
Le detrazioni d’imposta consentono di ridurre l’importo complessivo delle tasse che l’impresa dovrebbe pagare nell’anno di imposizione, spesso attraverso la sottrazione dell’ammontare di determinate categorie di spese, effettivamente sostenute dall’impresa, dalla base dell’imposta lorda dovuta
Sgravi contributivi
Si tratta di incentivi che consistono nello sgravio parziale o totale del pagamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Sono dedicati alle imprese che accettano di assumere determinate categorie di lavoratori, ad esempio lavoratori over 50 o lavoratrici donne, o di stipulare determinate tipologie di contratti di lavoro, come quello a tempo indeterminato per i nuovi assunti o per chi ha un contratto a tempo determinato.
Sospensione d’imposta
Questa misura consente di sospendere, parzialmente o totalmente, il pagamento delle imposte su alcune quote dei proventi, fintantoché tali proventi rimangono accantonati e non ne avviene la distribuzione, ovvero fino al momento in cui si verifica uno dei presupposti che determinano il venir meno del regime di sospensione.
Conclusione
Le sovvenzioni e gli incentivi fiscali rappresentano una leva fondamentale per le imprese che cercano di ottimizzare la propria struttura finanziaria e investire. Ogni categoria di sovvenzione e incentivo fiscale ha caratteristiche uniche che possono rispondere a specifiche esigenze aziendali, dall’espansione del personale all’investimento in nuove tecnologie o al miglioramento della liquidità. Una comprensione approfondita di queste opportunità è essenziale per massimizzare i benefici e sostenere la crescita e l’innovazione aziendale nel lungo termine.
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